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Forest Bathing: Quando il Wellness diventa verde.


Provate a fare una rapida indagine sui motori di ricerca e scoprirete che in Italia l’offerta alberghiera e territoriale di vacanze benessere si gioca ancora quasi esclusivamente su termalismo e massaggi terapeutici, con qualche fugace incursione nell’aromaterapia e nella cromoterapia. Ciò significa che, secondo gli studi di tendenza più accreditati, il Bel Paese sarebbe indietro […]
Provate a fare una rapida indagine sui motori di ricerca e scoprirete che in Italia l’offerta alberghiera e territoriale di vacanze benessere si gioca ancora quasi esclusivamente su termalismo e massaggi terapeutici, con qualche fugace incursione nell’aromaterapia e nella cromoterapia. Ciò significa che, secondo gli studi di tendenza più accreditati, il Bel Paese sarebbe indietro almeno una quindicina d’anni rispetto ai trend del mercato. Il segmento wellness, che a livello planetario alimenta un business pari a 494 miliardi di dollari, 178 dei quali nella sola Europa, ha infatti un’evoluzione insospettabilmente dinamica, tanto da essere oggetto ogni anno di corpose ricerche di settore. L’ultima fra queste evidenzia un trend di portata mondiale potenzialmente molto interessante per tutte quelle strutture ricettive e quei territori che, pur non essendo dotati della classica offerta spa, vogliano orientarsi al wellness di ultima generazione.

La terapia del Forest Bathing

Direttamente dal Giappone arriva infatti il Forest Bathing, cioè il turismo delle immersioni (da qui il senso della parola bathing) nel verde dei boschi. Il Report Spafinder 2015 lo colloca al primo posto fra le tendenze emergenti dell’anno, ricordando che in ambito europeo l’offerta finlandese si trova oggi in vetta al podio, insieme ad Austria e Gran Bretagna. In Italia pare che l’area più attrezzata sia quella tirolese; il che vuol dire che nel resto della penisola c’è ancora ampio spazio per attivarsi nel Forest Bathing. Ma come? Anzitutto proponendo una rete di comodi sentieri pianeggianti per passeggiate nel folto della vegetazione. Se poi nei paraggi esistono strutture ricettive dotate di spa, allora gli esperti raccomandano di offrire una prosecuzione dell’esperienza attraverso bagni di vapore e d’acqua aromatizzati con fiori ed erbe colti nella macchia circostante. Nessuna salita, nessuna corsa, nessuna fatica: l’obiettivo del Forest Bathing è il relax più assoluto. Perché nasce in risposta allo stress imposto dalla vita nelle città nipponiche, in espansione continua e ormai luogo di residenza del 55% della popolazione. A giovare di questa attività terapeutica sarebbero il cuore, i polmoni, il sistema neurologico, quello immunitario e la mente. In quest’ultimo caso soprattutto se l’offerta di Forest Bathing si accompagna allo yoga, sempre rigorosamente in ambiente green. “Natura e semplicità stanno diventando i veri oggetti di valore della vacanza”, sottolineano i curatori del Report 2015, aggiungendo un’importante notazione riguardante questa volta il mercato cinese. La vita nelle grandi città del Celeste Impero, ormai deturpate dall’inquinamento, sta rendendo sempre più ambiti gli spazi naturali. Presto la vacanza nel verde in Europa potrebbe diventare, per questo bacino, desiderabile almeno quanto quella culturale. Alle latitudini cinesi si chiama “blue sky holiday”, dove il blu è quello del cielo, che nelle megalopoli cinesi ha ormai irrimediabilmente virato sul grigio.

Il Forest Bathing: un trend degno di interesse

I nuovi trend di domanda in arrivo dal lontano Oriente ripropongono così l’annosa questione dell’indissolubilità del legame fra natura e turismo, invitandoci a riflettere sul fatto che a rendere seducente il green è, paradossalmente, la sua progressiva distruzione.
“Le foreste  coprono oggi il 31% del pianeta, ma non sarà per sempre così. Ogni anno vengono distrutti 13 milioni di ettari; cioè un’area equivalente a quella di 40 campi da calcio ogni minuto”.
I giapponesi stanno correndo ai ripari, cercando di convincere il mondo di quanto la terapia del Forest Bathing sia importante per l’uomo e il suo benessere. Nell’ultimo decennio il governo ha stanziato per gli studi medici in materia 4 milioni di dollari e, poiché oggi 1/4 della popolazione si dedica a questo benefico passatempo, ha annunciato che ai 55 percorsi esistenti ne aggiungerà altrettanti entro i prossimi dieci anni. Probabilmente anche l’Italia potrebbe in questo settore fare la propria dignitosa parte. Nell’interesse degli operatori del turismo, dei turisti e, ancora prima, del patrimonio ambientale. Incluso quello montano, sempre di più in affannosa ricerca di soluzioni per il proprio rilancio.


Scritto da Paola Tournour-Viron

Si occupa da oltre vent’anni di giornalismo turistico per il trade, con specializzazione in nuove tendenze e sviluppo dei mercati esteri. E’ curatrice di Studi ed Osservatori di Mercato per il turismo italiano ed estero, nonché redattrice e speaker di corsi multimediali su alcune tra le principali destinazioni turistiche internazionali. E’ stata conduttrice di rubriche radiofoniche sul tema dei viaggi ed è docente a contratto di marketing e comunicazione in corsi per gli istituti superiori a indirizzo turistico e alberghiero. Per Mondadori Education è coautrice dei volumi “Comunicare l’Impresa Turistica” e “Tecniche di Comunicazione”.

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