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Food delivery: 5 consigli per capire se funziona per il tuo locale


Un trend in via di consolidamento che negli ultimi tempi ha trovato una nuova luce. Si tratta del food delivery, il servizio di consegna a domicilio utilizzato da tanti ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie nel periodo di lockdown per mantenere acceso il motore del proprio locale. La vera domanda è: il food delivery ai tempi […]
Un trend in via di consolidamento che negli ultimi tempi ha trovato una nuova luce. Si tratta del food delivery, il servizio di consegna a domicilio utilizzato da tanti ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie nel periodo di lockdown per mantenere acceso il motore del proprio locale. La vera domanda è: il food delivery ai tempi del coronavirus è un exploi momentaneo o diventerà parte integrante della strategia di nuove attività, che prima ne sottovalutavano il potenziale?

Food delivery: il contesto attuale

Il food delivery è diventato per molti imprenditori del settore del “fuori casa” un modo per mantenere un rapporto con la propria clientela in un momento storico in cui l’isolamento coatto ha obbligato la chiusura delle serrande di tutti i ristoranti, pub, bar, pasticcerie e gelaterie. Inizialmente, la relazione tra locali e clienti veniva gestita unicamente sui social, con tanti messaggi e iniziative solidali. Progetti, insomma, che hanno messo da parte la timidezza e sono saliti sul palcoscenico, come protagonisti coraggiosi di un’avventura a cui ancora non si ha messo la parola fine. Poi l’avvento del food delivery, che si è diffuso a macchia d’olio anche tra i più titubanti. Anche tra chef famosi e stellati. Come ad esempio lo chef stellato Matteo Baronetto del ristorante torinese Del Cambio, che ha scelto il servizio del food delivery per offrire ai propri clienti il piacere di gustare piatti con materie prime di grande qualità anche tra le mura della propria casa. Oppure Gianluca Gorini, lo chef con base operativa in Romagna, che propone la consegna dei fantastici piatti della tradizione, come i cappelletti ripieni o la mora romagnola, in un percorso di degustazione di 4 portate. Anche lo chef stellato siciliano Tony Lo Coco de I Pupi propone i suoi piatti sia in versione classica sia sushi, con lo special box.

Food delivery: è davvero un’opportunità di business?

Il food delivery può davvero costituire un’ottima opportunità di business. Ma solo se ci si prepara e organizza per gestirlo al meglio. A tutti gli imprenditori che si sono lanciati nel segmento del food delivery, suggerisco con la fase 2, quella della riapertura, di capire se veramente vale la pena investire nel servizio e renderlo parte integrante della propria strategia. Dovrai necessariamente partire da un’analisi interna per capire se il gioco vale la candela ed eventualmente riformulare l’offerta in toto. Ecco cosa dovrai tenere in considerazione.
1. Il menù
Quello che proponi oggi è adatto all’asporto? Considera lo spazio in cucina, la gestione del magazzino e l’eventualità di dedicare una linea al delivery. Value la texture, l’ossidazione, la temperatura, il calo del peso dei piatti. C’è una discreta differenza tra cibo consegnato a domicilio e cibo cotto e subito mangiato. Il consiglio: rivedi le referenze del menù, cercando di ottimizzare risorse umane e materie prime, con zero scarti e magazzino corto.
2. Il packaging
Come conservi e comunichi il prodotto? Nel food delivery, il packaging fa davvero la differenza. Innanzitutto, per la sua funzione di dover conservare nel miglior modo possibile la pietanza dalla cucina fino alla sua destinazione finale. In secondo luogo, per il suo potenziale comunicativo, a supporto del processo di fidelizzazione del cliente e di rafforzamento della marca. Il consiglio: inserisci materiale informativo sugli ingredienti utilizzati, sulla ricetta, consigli per abbinare vino e birra al piatto, consigli per l’impiattamento. Un po’ come sta facendo il RetroBottega di Roma.
3. La concorrenza
Sei in grado di competere sul mercato? Dovrai avere a che fare con due tipologie di competitor: quelli per cui il delivery fa parte del format originale – come ad esempio sushi bar e pizzerie – e quelli che si sono adattati alle nuove esigenze della propria clientela. I primi saranno sicuramente più forti, con procedure testate e rodate. Con i secondi si può gareggiare ad armi pari. L’importante è essere in grado di gestire al meglio il prodotto, nella sua preparazione e nel mantenimento.
4. I numeri
Che prezzo? Proponi lo stesso prezzo della carta oppure applichi uno sconto? Una maggiorazione? Lo scenario di valutazione è ampio. Considera che, ragionando a compensazione, se nel locale hai coperto e servizio, con il food delivery hai packaging e consegna. Da un lato qualcosa che valorizza l’esperienza, dall’altro costi accessori per un servizio tecnico. Costi che però possono essere assorbiti dalle iniziative di comunicazione e marketing di cui abbiamo accennato nel terzo punto. E gli altri costi? Come gestire personale, promozione, magazzino, packaging e logistica?
5. Outsourcing
Conviene affidarsi a piattaforme di intermediazione e servizi di consegna esterni? Anche qui, il consiglio è di fare due conti. Tutte le piattaforme richiedono un costo di avviamento e/o una percentuale sugli ordini, in cambio di promozione, materiale informativo e, laddove richiesto, servizio di consegna. Considera poi il livello di qualità che desideri dare al tuo cliente. Riesci a gestire qualità ed esperienza in modo da non deludere il tuo cliente, ma al tempo stesso generando un po’ di utile per te? E infine l’importanza del corriere, o della persona che effettuerà la consegna. Se da un lato potrebbe essere un costo in più, pensa i vantaggi a livello di immagine che potrebbe dare un membro del tuo staff che consegna di persona il pasto a domicilio. Potrà trattare il cliente anche in questo caso come se fosse nel locale. Insomma, devi trovare il tuo equilibrio tra i pro e i contro, in termini di investimento di tempo e denaro e di guadagno di immagine e controllo sul rapporto con la tua clientela.   E ricorda sempre la cosa più importante: la salute viene prima di tutto. Assicurati di rispettare le norme igienico-sanitarie, sia nelle attività di confezionamento, sia in quelle di trasporto.   E tu cosa farai? Sfrutterai il food delivery per la tua attività o lascerai campo agli altri?


Scritto da Giacomo Pini

Ruolo: Amministratore e Founder – Azienda: gpstudios Amministratore unico e fondatore di GpStudios, è esperto di Turismo e Ristorazione con oltre venti anni di esperienza sul campo. Consulente per diverse aziende del settore, strutture ricettive, catene alberghiere e holding internazionali, per le quali, con il suo staff, cura lo start up, il marketing strategico, la formazione del personale e più in generale tutta l’attività di lancio e posizionamento commerciale. E’ formatore e autore di diversi testi professionali.

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