Il trend dello slow tourism avanza a larghe falcate, e plana nei luoghi che concettualmente si sarebbe portati a collocare all’esatto opposto: i villaggi turistici e gli hotel in formula club.
Storicamente infatti, questi ultimi si configurano come soluzioni di soggiorno e, soprattutto, come modalità di consumazione della vacanza notoriamente gettonate da turisti energici e desiderosi di tenersi in costante movimento attraverso le più disparate attività sportive e di animazione. Niente a che vedere, insomma, con ritmi slow e dintorni.
L’ospite cambia le sue esigenze
Eppure anche per questi prodotti il vento sta mutando. Secondo uno studio pubblicato in questi giorni da TNS Sofres – società facente capo al Gruppo Kantar specializzato a livello mondiale in ricerche di settore -, la percentuale di utenti che scelgono questa formula per “non fare assolutamente nulla e riappropriarsi appieno del tempo” sarebbe in crescita costante e avrebbe ormai raggiunto la soglia del 35%, inferiore cioè di soli tre punti (38%) a quella fascia di utenza che invece continua a prediligere la soluzione club reputando il servizio di animazione come un plus di cui approfittare.
E non è tutto. Perché se si approfondisce ulteriormente l’analisi dei dati si scopre che i primi cinque desideri espressi dal totale della clientela – cioè non soltanto da quella ‘slow oriented’ ma anche da quella votata alla vacanza dinamica e ‘animata’– sono così collocati in graduatoria:
- il 95% dichiara di scegliere la formula club principalmente per rilassarsi e riprendere il dominio del proprio tempo. Questa è dunque la prima motivazione del soggiorno.
- il 92% chiede invece di poter fare ciò che desidera, quando lo desidera, e senza costrizione alcuna
- ancora il 92% sostiene di sfruttare la vacanza in formula club per rigenerarsi
- il 90% opta per la formula club per lasciare che altri si occupino di tutto
- l’89% per vedere nuovi luoghi e paesaggi
A questo punto viene da domandarsi se la figura classica del turista da villaggio – stanziale ma energico e votato una vita di gruppo piacevolmente forzata e cadenzata da orari – si stia via via estinguendo. Dirlo con certezza non è semplice ma è certo che, in ogni caso, vada numericamente assottigliandosi. E non è un caso che l’offerta stia mettendo a punto prodotti più flessibili, in parte per cercare di portare a casa nuovi segmenti di clientela ma in parte anche per adattarsi ai mutevoli gusti di quella già conquistata.
L’offerta slow tourism a livello internazionale
Ad esempio, a livello internazionale, ci sono tentativi per uscire dal vincolo dell’offerta dei soggiorni da 7 o 14 giorni, oppure vengono introdotti voli infrasettimanali e ideate soluzioni che consentano di acquistare solo i servizi a terra.
Tutto questo per tentare di rispondere a una pretesa di autonomia e a una richiesta di libertà sempre più pressanti da parte del cliente. Al punto che, una volta posto davanti alla domanda “per la tua vacanza club preferisci il riposo anziché l’offerta di un ampio ventaglio di attività?”, l’89% dei partecipanti al sondaggio ha risposto sì. Così come l’81% ha replicato affermativamente quando gli si è chiesto se preferisse vivere la vacanza club in modo ‘intimo e raccolto’ anziché in perenne condivisione con gli altri ospiti.
Lentezza, dunque, insieme a privacy e autonomia potrebbero trainare la domanda in formula villaggio dei prossimi anni, invitando a ripensare il servizio di assistenza all’ospite in una chiave innovativa.