C’erano una volta gli alberghi indipendenti. E ci sono ancora, in numero importante. Ma anche in Italia, come nel resto d’Europa, il peso delle catene alberghiere è in netta crescita, soprattutto nella fascia alta del mercato. E l’interesse dei maggiori gruppi internazionali per il nostro Paese non accenna a diminuire, concentrandosi principalmente nel segmento lusso […]
C’erano una volta gli alberghi indipendenti. E ci sono ancora, in numero importante. Ma anche in Italia, come nel resto d’Europa, il peso delle catene alberghiere è in netta crescita, soprattutto nella fascia alta del mercato. E l’interesse dei maggiori gruppi internazionali per il nostro Paese non accenna a diminuire, concentrandosi principalmente nel segmento lusso ma coinvolgendo anche le categorie Upscale e Midscale.
Il report “Catene alberghiere in Italia 2015”, realizzato da Horwath Htl in collaborazione con Str Global, fotografa una realtà importante nei trend alberghieri: in Italia, a fine 2014, sono stati censiti 167 gruppi alberghieri, per un totale di 1.238 alberghi e 139.200 camere. Nell’ultimo decennio, l’offerta di camere è cresciuta a un ritmo del 13,2% l’anno.
La penetrazione delle catene alberghiere ha raggiunto quota 12,8%, con una concentrazione significativa nei 5 stelle, dove la penetrazione sale al 29%.
I segmenti lusso e upscale sono il principale focus dei gruppi: quasi i tre quarti delle camere degli alberghi di catena, infatti, sono a 5 e 4 stelle.
Le destinazioni più richieste sono le principali città d’arte e d’affari: Milano, Roma, Firenze, Venezia e Bologna.
Più 4 e 5 stelle, meno 1 e 2 stelle
Parallelamente, i trend alberghieri vedono la continua trasformazione del parco alberghiero: continuano a calare gli alberghi a 1 e 2 stelle, minacciati anche dalla sempre più serrata concorrenza di Bed & Breakfast e di nuovi player come Airbnb, mentre cresce l’offerta di 4 e 5 stelle. Per i prossimi anni, Horwath Htl prevede un’ulteriore diminuzione degli hotel della fascia bassa e la crescita ininterrotta dell’offerta nella fascia alta. Nel complesso, dovrebbe diminuire il parco camere totale e aumentare ulteriormente la penetrazione delle catene, determinando così un significativo incremento della dimensione media degli alberghi. Entro metà 2016, i gruppi alberghieri italiani e stranieri aggiungeranno circa 3.500 nuove camere ai propri portfolio: non solo nelle grandi città, ma anche sulla costa orientale della Sicilia, in Toscana e sul Lago di Como. Oltre che nel lusso, le catene punteranno a espandersi anche nella fascia economy (i tre stelle), dove si prevede una riduzione degli alberghi indipendenti.Stranieri al Nord, italiani al Sud
Dopo l’ingresso di Nira, Indigo, Moxy e Generator, nel 2014 in Italia si contano 65 brand alberghieri internazionali: la loro offerta si concentra nelle principali città d’arte e d’affari, nel Nord Italia e nei segmenti upscale e luxury. Nel 2015, complice l’Expo, apriranno a Milano due importanti nuovi brand del lusso: Mandarin Oriental e Me (gruppo Meliá), che vanno ad aggiungersi al nuovissimo Gallia e all’MGallery del gruppo Accor. I gruppi stranieri contano complessivamente su 509 alberghi per 62mila camere, ovvero il 44,5% dell’offerta totale di catena in Italia. Quanto ai gruppi alberghieri italiani, Horwath Htl ne ha contati 89, operativi in 284 località. Hanno una media di 9 strutture ciascuno e sono concentrati soprattutto nei segmenti Midscale e Upscale. Rispetto ai concorrenti internazionali, hanno una molto maggiore concentrazione nel segmento resort e nelle regioni del Sud, dove concentrano il 49% delle proprie camere operando prevalentemente con contratti d’affitto.Scritto da Andrea Mongilardi
Laurea in Economia aziendale e Master in economia del turismo all’Università Bocconi, prima di dedicarsi al giornalismo specializzato si è occupato di studi di fattibilità per un gruppo alberghiero internazionale. Giornalista, conferenziere e formatore, ha progettato e realizzato la campagna pubblicitaria internazionale straordinaria dell’Enit “Italia Opera Unica”.
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