Festività del momento, un pizzico di storia locale con affondo sui personaggi che l’hanno tracciata e nuovi trend di consumo. Senza timore di smentita si può affermare che il mix concepito dall’
International House Hotel di New Orleans altro non sia che la classica ‘applicazione da manuale’ di un basilare precetto del marketing alberghiero contemporaneo: quello secondo cui “
la caratterizzazione dell’hotel passa per l’identificazione con il territorio”. Tutti lo conoscono, ma non altrettanti lo applicano, e questo potrebbe essere un caso interessante da analizzare per scendere nel concreto.
Visto il periodo, la festività a cui si sono agganciati per valorizzare le tradizioni locali è il Carnevale, che
a New Orleans ha la sua massima espressione nella secolare parata del Mardi Gras. Per promuovere i protagonisti della storia locale
hanno scelto una donna – Carlotta Bonnecaze -,
personaggio eclettico vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, che si distinse per la sua abilità nel disegno applicato alla realizzazione di fantasiosi personaggi per le sfilate dei carri allegorici.
Infine, pescando
fra i trend di consumo del momento, hanno optato per quello che, come hanno recentemente ricordato i curatori delle guide Condé Nast Johansens, è diventato “
un rituale in molti hotel del mondo, inclusi quelli italiani”. Si tratta del
tè pomeridiano, le cui origini pare risalgano al 1840, per iniziativa della settima duchessa di Bedford la quale, in attesa della cena, chiese di poter fare ogni giorno merenda con tè, pane, burro e biscotti. “
A poco a poco – spiegano –
questa divenne un’abitudine estesa agli ospiti, con proposta di tè pregiati serviti in eleganti servizi di porcellana o d’argento. E nel tempo al pane imburrato e ai biscotti si aggiunsero gli scones, focaccine servite con panna e marmellata di fragole, pasticcini di ogni tipo, ma anche proposte salate, come i cucumber sandwiches (tramezzini con cetrioli) o piccoli tramezzini al salmone”.
Oggi a distanza di quasi due secoli Condé Nast segnala che “
anche in Italia si gustano deliziosi afternoon tea, e le proposte seguono non solo la tradizione ma anche l’estro e le abitudini del luogo. Dalle Alpi a Roma, a Firenze o Venezia, ogni location è adatta al rito del tè delle cinque se vissuto come occasione per rilassarsi inebriandosi di aromi pregiati e degustando golosità: in antiche sale affrescate o nelle spa, davanti a un caminetto acceso o in spiaggia, in camera o in biblioteca, su una terrazza panoramica o in giardino”.
Nel caso del mix elaborato dall’International House Hotel si è però aggiunta all’originalità del luogo
un tocco di dotta ironia, con la trasformazione della sala da tè in un surreale ambiente di
fin de siècle popolato da membri della Dumb Society, la ‘società borghese ottusa’ a suo tempo sbeffeggiata dall’affilato lapis della Bonnecaze: umani con teste di animali che in raffinate livree girano tra i tavoli servendo tè delle più varie e gustose miscele. Gli stessi che due secoli fa trovavano posto nelle parate dei carri.
La storia e
la creatività femminile – richiamate anche dall’esposizione di alcuni disegni originali della Bonnecaze –, vengono così ripensate
per valorizzare le tradizioni locali ma soprattutto per caratterizzare il servizio e la struttura. Sicuramente senza inventare nulla di nuovo, ma certamente proponendo qualcosa di unico e memorabile. Che è quanto oggi di più cercano – e apprezzano – i viaggiatori.