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E’ il classic blue il colore Pantone 2020, da esibire anche in hotel


Nel 2000 c’è stato il blu ceruleo, citato in uno dei tanti gustosi siparietti de “Il diavolo veste Prada”. Poi il Blu Turquoise nel 2005, infine il Blu Iris, nell’ormai lontano 2008. E adesso, per inaugurare il nuovo decennio, Pantone Color Institute torna a decretare il blu Colore dell’Anno. Questa volta nella modalità Classic, “intramontabile […]
Nel 2000 c’è stato il blu ceruleo, citato in uno dei tanti gustosi siparietti de “Il diavolo veste Prada”. Poi il Blu Turquoise nel 2005, infine il Blu Iris, nell’ormai lontano 2008. E adesso, per inaugurare il nuovo decennio, Pantone Color Institute torna a decretare il blu Colore dell’Anno. Questa volta nella modalità Classic, “intramontabile e senza tempo – spiegano -. Elegante nella sua semplicità”. Colore Pantone

Il blue: un colore rilassante che invita alla riflessione

I motivi della scelta sono vari e ben illustrati dallo stesso Istituto. Del resto da oltre vent’anni indica al mondo il colore di tendenza del momento, da declinare nelle più svariate attività, hotel inclusi ovviamente. Se vi state domandando perché sceglierlo possa aiutarvi a rendere i vostri ambienti, i vostri arredi o i vostri materiali di comunicazione più empatici nei confronti della clientela contemporanea, eccovi la risposta. “Viviamo in un’epoca che richiede fiducia e speranza – spiega l’Executive Director Pantone, Leatrice Eiseman. –  Una stabile tonalità di blu può rivelarsi una solida base a cui ancorarsi. Il blu sconfinato che rievoca l’infinito cielo serale ci incoraggia a guardare al di là dell’ovvio. Per pensare più in profondità e fuori dagli schemi, ampliare i nostri orizzonti e favorire il flusso della comunicazione”. È insomma un colore rilassante, che facilita la concentrazione e invita alla riflessione.

Come utilizzare il classic blue in hotel

Vari gli usi che, in maniera molto pragmatica, se ne possono fare in hotel. Pantone Lo si può utilizzare per rendere attuale la linea di gadget per il cliente. Oppure per punteggiare di blu gli ambienti. In che modo? Utilizzando per esempio cuscini, sgabelli e sedie. Ma lo si può anche sfruttare per rinnovare le linee di cosmesi per il bagno o per la spa. O per dare nuovo carattere a dehors e terrazze. Colore Pantone 2020 Infine, c’è chi lo suggerisce per versioni di cocktail alternative e in super tendenza. Come gli esperti del gusto dell’elvetica Firmenich, cui si deve la nascita del Classic Blueberry. Ma anche per creare nuove miscele di tè, rigorosamente blu, come ha fatto Tealeaves. Oppure per caratterizzare i vini con una nuova veste. In ogni ambito dell’hotel c’è dunque spazio per la creatività e per qualche prodotto ispirato al Classic Blue. Colore Pantone 2020

Come si decide il colore dell’anno?

“La scelta – spiegano – è frutto di un’attenta valutazione”. Ogni anno, infatti, gli esperti del Pantone Color Institute perlustrano gli angoli del pianeta per individuare i nuovi orientamenti cromatici. “Parliamo di influssi provenienti dagli ambiti più svariati, quali il mondo dello spettacolo e della produzione cinematografica, le collezioni d’arte itineranti e i nuovi artisti, la moda, tutte le sfere del design, le mete turistiche più gettonate, così come i nuovi stili di vita, di gioco e le condizioni socio-economiche. Le influenze – puntualizzano – possono derivare anche da nuove tecnologie, materiali, texture ed effetti che hanno un impatto sul colore, dalle più importanti piattaforme di social media e persino da eventi sportivi che catturano l’attenzione internazionale”.

Storia e significati del colore blu

Il blu classico dunque non arriva per caso, e sicuramente cavalca le sensibilità del momento. Ma al di là delle considerazioni di Pantone, quale storia e quali significati nasconde questo colore? Michel Pastoureau, antropologo e maggiore specialista mondiale della materia e della connessa simbologia, ci rassicura spiegando che “è un colore benvoluto da tutti”, tanto dalle persone fisiche quanto dalle organizzazioni internazionali. Unione Europea, Consiglio d’Europa, Onu, Unesco hanno infatti optato tutte per un simbolo blu. Un colore che dalla fine dell’Ottocento è in effetti diffusamente adottato dalla civiltà occidentale. E che secondo il visual designer Riccardo Falcinelli sarebbe stato per molto tempo caratteristico delle classi più agiate. Vestono ad esempio di blu Madame Bovary, il Werther descritto da Goethe, la Contessa di Haussonville dipinta da Ingres che avrebbe ispirato Flaubert. Ma la grande conquista, per il blu, è arrivata quando l’essere umano è riuscito a materializzarlo. Non più dunque solo il naturale colore del mare o del cielo, ma una tinta replicabile in modo artificiale e quindi declinabile negli ambiti più diversi. È stata insomma l’industria – spiega nel suo libro Cromorama – a staccare per sempre il blu dal mare e a dargli un’identità propria. Che oggi permette a Firmenich e a Tealeaves di creare bevande altrimenti inimmaginabili. Come il cocktail o il te in versione Classic Blue Pantone.


Scritto da Paola Tournour-Viron

Si occupa da oltre vent’anni di giornalismo turistico per il trade, con specializzazione in nuove tendenze e sviluppo dei mercati esteri. E’ curatrice di Studi ed Osservatori di Mercato per il turismo italiano ed estero, nonché redattrice e speaker di corsi multimediali su alcune tra le principali destinazioni turistiche internazionali. E’ stata conduttrice di rubriche radiofoniche sul tema dei viaggi ed è docente a contratto di marketing e comunicazione in corsi per gli istituti superiori a indirizzo turistico e alberghiero. Per Mondadori Education è coautrice dei volumi “Comunicare l’Impresa Turistica” e “Tecniche di Comunicazione”.

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