E’ l’hotel di lusso la location preferita dalle ricche coppie straniere che scelgono l’Italia per celebrare le nozze. Seguono, in ordine decrescente sul piano del gradimento, le ville, i ristoranti, le strutture agrituristiche e i castelli.
Complessivamente questo genere di eventi genera un
fatturato che supera ormai i 380 milioni l’anno, ripartito su circa 7mila cerimonie. Ospitarne uno significa però non soltanto potere incassare una lauta porzione del budget ma anche disporre gratuitamente di un tam-tam mediatico in grado di proiettare il nome e le immagini della struttura nei più diversi angoli del pianeta.

Chi non ricorda ancora, nonostante siano passati due anni, il citatissimo e fotografatissimo sette stelle
Palazzo Papadopoli, sul Canal Grande,
scelto da George Clooney per unirsi ad Amal Alamuddin? Oppure le più recenti
fastosissime nozze fiorentine del miliardario indiano Rohan Mehta, che per i suoi 500 invitati aveva occupato le camere di tutti i migliori hotel di lusso della città?
Naturalmente non tutte le cerimonie possono farsi forti della stessa eco, ma non c’è dubbio che strutturarsi per
accogliere questo tipo di domanda (peraltro in decisa impennata, almeno a quanto predicono gli studi di settore più accreditati) possa rivelarsi un’operazione
interessante anche dal punto di vista della brand reputation che oggi, grazie ai social media, rimbalza velocissima di smartphone in smartphone. Basterà lasciare che gli invitati facciano quanto la situazione – nuziale – del momento impone: scattare foto (quante più possibile) – a sposi, ambienti, buffet e panorami, per postarle immediatamente e dimostrare agli amici lontani quale eccezionale esperienza si stiano perdendo. La loro operosità si trasformerà in un omaggio promozionale di grande valore per il territorio e per l’hotel, con messaggi e immagini ad altissima viralità e dal potere persuasivo straordinariamente elevato.
Quanti sono gli stranieri che scelgono l’Italia per lo scambio degli anelli?
Il Centro Studi Turistici di Firenze (CST) ha misurato il fenomeno con la ricerca
Destination Weddings In Italy, rilevando che i
7.043 eventi nuziali organizzati nel 2015 in Italia per conto di stranieri appositamente in visita al nostro Paese hanno generato
333.823 arrivi e ben 1.145.683 presenze. Procedendo nella lettura del report si scopre che il rito più richiesto è quello religioso (34,4%), anche se con una minima prevalenza su quello civile (33%) e quello simbolico (32,6%).
Prendiamo nota e procediamo. Se la prospettiva di corteggiare i fidanzati oltreconfine continua a deliziarvi, allora vale la pena comprendere se ci si trovi o meno su un territorio appetibile. Al momento
il podio è dominato dalla Toscana, che ha conquistato il 32,1% della domanda, portandosi a casa un fatturato di oltre 122 milioni di euro.
Al secondo posto c’è la Lombardia, scelta dal 15,8% delle coppie, con un incasso pari a 59,3 milioni di euro,
seguita dalla Campania (14,4%) con 52,7 milioni di euro. Veneto e Lazio completano la lista delle Top Five, rispettivamente con il 7,9% e il 7,3% delle preferenze. Sta però aumentando significativamente la richiesta per gli hotel di lusso e di charme in Sicilia e Umbria, e anche per la Puglia,
cornice di un altro chiacchieratissimo matrimonio indiano.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il subcontinente non è però il bacino di utenza più consistente. Almeno non dal punto di vista numerico.
Da dove vengono i protagonisti del Luxury Wedding?
In vetta alla graduatoria ci sono i britannici: 104.948 arrivi nel 2015, una permanenza media di tre giorni e una domanda concentrata nel periodo estivo (61,8%). In questo caso la location preferita, per una media di 60 invitati, risulta essere la villa (30,5%) con cerimonia celebrata con rito civile nel 49,5%.
Il secondo mercato del luxury wedding proviene
da oltre oceano, e sono proprio i connazionali di Clooney. Nel complesso, generano 62,1 milioni di euro di fatturato,
54.607 arrivi, 292.691 presenze e, sulla scia delle star hollywoodiane, puntano sugli hotel di lusso. Gli invitati sono circa una quarantina e il rito più officiato è quello simbolico.
Parla inglese anche il
terzo serbatoio di utenza, quello
australiano, che rappresenta l’8,4% della domanda, con 24.502 arrivi e 142.357 presenze. Anche in questo caso l’estate è la stagione prediletta per cerimonie in prevalenza di rito civile, con una quarantina di invitati.
Il 5,4% delle richieste arriva poi dall’Irlanda, che nel 2015 ha prodotto 19.941 arrivi per 48.059 presenze. Ancora una volta risulta netta la predilezione per l’estate; il luxury hotel rimane la location più gettonata (42,1%) e la cerimonia è di tipo religioso quasi nell’80% dei casi, con una media di 52 invitati.
La Top Five si chiude con la
Germania, con una quota di mercato intorno al 5% pari a 15.639 arrivi per 41.288 presenze. Vincono anche in questo caso l’estate e il rito religioso (41,3%), ma lo svolgimento avviene prevalentemente in villa, con una media di 45 invitati.
India ed Emirati Arabi sono mercati molto meno significativi dal punto di vista degli arrivi anche se molto interessanti sotto il profilo della propensione alla spesa.
Per un doveroso lieto fine, citiamo ancora una volta per tutti i matrimoni indiani di Rohan Mehta per cui sono stati spesi venti milioni di euro in tre giorni. E quello pugliese di Ritika Agarwal, figlia del magnate del ferro Pramode, che per tre giorni di festa ha stanziato dieci milioni di dollari.