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La tregua è iniziata: finalmente vedremo gli hotel su Airbnb


“Offriremo nuove categorie di alloggi, tra cui i boutique hotel su Airbnb” e “ I nostri competitor si chiamano Booking ed Expedia”. Credete alle vostre orecchie, o meglio ai vostri occhi? A pronunciare queste parole è stato il co-fondatore di Airbnb, Ryan Chesky, che il 22 Febbraio ha annunciato un cambio di passo destinato a […]
Offriremo nuove categorie di alloggi, tra cui i boutique hotel su Airbnb” e “ I nostri competitor si chiamano Booking ed Expedia”. Credete alle vostre orecchie, o meglio ai vostri occhi? A pronunciare queste parole è stato il co-fondatore di Airbnb, Ryan Chesky, che il 22 Febbraio ha annunciato un cambio di passo destinato a segnare il futuro della compagnia, ma anche il panorama dell’hospitality. Anche se offrire camere d’hotel sembra antitetico al loro modello, in realtà nelle liste di Airbnb ad oggi sono già presenti numerosi alberghi. Solo di recente però la compagnia ha deciso di fare progressi nell’integrare un numero maggiore di strutture ricettive “convenzionali”: recentemente ha infatti siglato un accordo con SiteMinder, per facilitare a livello tecnologico la distribuzione delle camere d’hotel su Airbnb. Questo cambio di strategia si deve soprattutto a Cameron House, Hotel Program Manager di Airbnb. “Guardando ai dati globali, ci accorgemmo all’improvviso che ci sono un sacco di bellissimi hotel su Airbnb che non sono etichettati come tali sulla piattaforma” spiega la Houser “ le recensioni dimostrano inoltre come molti degli ospiti sono stati piacevolmente sorpresi dal fatto che si trattasse di un hotel e non di una casa”. Focalizzandosi su questo segmento di mercato, la stessa Houser pensa che si possa fare molto di più per soddisfare quel target di clienti che al momento sul portale non trova soluzioni, e che allo stesso tempo non permette agli hotel su Airbnb di far valere le loro qualità differenzianti.
“Ad oggi su Airbnb ci sono circa 24.000 annunci riguardanti camere di hotel, che rappresentano solamente una frazione del 5% rispetto al totale. Grazie all’introduzione di nuove categorie di alloggi, come ad esempio ‘Boutique’, saremo in grado di aumentare in maniera consistente questo numero, incontrando le esigenze di clienti e operatori.”

Che tipo di alberghi cerca Airbnb?

Dalle dichiarazioni della Houser e del Ceo Chesky, si intuisce che non tutti gli hotel potranno essere “listati” su Airbnb.
“Vogliamo hotel con un design unico, che possa essere al pari con le nostre migliori case.”
La tregua è iniziata: finalmente vedremo gli hotel su Airbnb Anche la presenza di spazi comuni, ritenuti dal rinomato albergatore Ian Shrager il vero valore aggiunto di un hotel, saranno fondamentali per poter essere ammessi nelle liste.
“Vogliamo che grazie agli spazi comuni, i nostri ospiti abbiano luoghi dove bere qualcosa socializzando, siano essi una terrazza, il bar o la sala colazioni.”
Un altro elemento fondamentale è la presenza di un Host (albergatore) entusiasta e che sappia accogliere in maniera personale e calorosa gli ospiti. Per queste ragioni Airbnb andrà alla ricerca di Hotel e B&B indipendenti, che possano offrire un’esperienza unica ed il più possibile vicina ai principi fondanti della compagnia, basati sul rapporto host-cliente. I grossi hotel di catena sembrano quindi per il momento esclusi dalla possibilità di offrirsi sulla piattaforma. Come spiega la Houser “Airbnb vuole valorizzare i business di piccole dimensioni, e anche i nostri clienti si affidano ad Airbnb per cercare soluzioni più intime e personali.”

Cosa vogliono gli Hotel su Airbnb?

Nelle sue conversazioni con gli hotel, la Houser ha percepito che “servono maggiori strumenti per poter usare Airbnb insieme agli strumenti tecnologici di distribuzione, permettendo di impostare autonomamente e con facilità tariffe e disponibilità.” In effetti, la gestione della distribuzione su Airbnb al momento è pensata per chi deve affittare un numero esiguo di spazi. Integrare il sistema di Airbnb ai sviluppati Channel Manager utilizzati dagli hotel sarà quindi cruciale per poter aprire le porte di Airbnb agli albergatori. L’augurio del colosso è che con l’aggiunta della categoria ‘Boutique’ si possano valorizzare tutte quelle strutture che condividono con Airbnb il desiderio di fornire un eccellente servizio, offrendo al contempo un’esperienza memorabile. E’ facile immaginare come questo cambiamento di politica che vede ammessi alcuni hotel su Airbnb inciderà gradualmente nel panorama ricettivo, aprendo nuove porte agli albergatori indipendenti, che oggi si trova molto spesso a fronteggiare svantaggi competitivi rispetto alle grosse catene, in termini di economie di scala e di sviluppi innovativi. Questa situazione è particolarmente forte in Italia dove ben il 95% delle strutture sono indipendenti, e dove il numero di camere per struttura è mediamente basso. Da oggi, tutte queste strutture potranno contare sul vantaggio di avere un partner come Airbnb che, tanto per dire, chiede commissioni pari al 5%, quasi 1/5 del suo nuovo competitor Booking.com. In pratica, essere “piccoli e soli” da oggi potrebbe non più uno svantaggio, ma una strategia vincente!


Scritto da Federico Girelli

Una Laurea di Business Management presso Milano Bicocca e un Master in Management Alberghiero svolto alla Bocconi, ha studiato per 6 mesi a Vancouver e fondato la start up Clean App, venduta da poco negli Stati Uniti. Ora si dedica completamente al mondo dell’Hôtellerie e ricopre il ruolo di Resident Manager presso Ibis Styles Milano Agrate Brianza. Collabora anche con Expo 2015 come Sale Consultant per due strutture della zona.

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