Articoli

Acqua scarsa? Le soluzioni per il risparmio idrico in albergo


All’inizio era l’asciugamano. O, tutt’al più, l’accappatoio. Fino a qualche anno fa, per dimostrare quanto l’hotel fosse ecologico, ecosensibile ed ecosostenibile, era sufficiente consigliare all’ospite di riutilizzare le spugne da bagno per più giorni e di lasciarle, una volta sufficientemente sfruttate, nella doccia o nella vasca affinché il servizio ai piani provvedesse a sostituirle. Stiamo […]
All’inizio era l’asciugamano. O, tutt’al più, l’accappatoio. Fino a qualche anno fa, per dimostrare quanto l’hotel fosse ecologico, ecosensibile ed ecosostenibile, era sufficiente consigliare all’ospite di riutilizzare le spugne da bagno per più giorni e di lasciarle, una volta sufficientemente sfruttate, nella doccia o nella vasca affinché il servizio ai piani provvedesse a sostituirle. Stiamo però parlando della preistoria delle eco-politiche promosse dagli hotel. Oggi, per conquistarsi l’ammirazione del cliente più green, è necessario spingersi molto oltre. Occorre anche ingegnarsi per il risparmio idrico in albergo.

Riserve d’acqua sempre più ridotte

Certo, quando il Segretario Generale dell’Unwto Taleb Rifai ha recentemente spiegato quanto il comparto sia corresponsabile per l’inquinamento del pianeta, non si limitava esclusivamente agli hotel – visto che la quantità di CO2 immessa nell’atmosfera dai mezzi di trasporto è assai più impattante – ma certamente anche le strutture ricettive hanno un proprio peso. E il cliente, sempre più aggiornato e guardingo, lo sa e pretende maggiore cautela. Alla base di questa sua richiesta ci sarebbe la preoccupazione per un pianeta con riserve idriche sempre più ridotte. Una criticità su cui già si ragiona, ma che si pensa possa accentuarsi rapidamente con l’affermarsi dei mercati emergenti, molto più bisognosi di acqua che in passato. Assai prima di quanto si immagini, insomma, non sarà più sufficiente invitare l’ospite a una maggiore oculatezza nella sostituzione della biancheria, ma lo si dovrà anche informare sul tipo di detersivi utilizzati e sulla politica aziendale per il risparmio idrico in albergo. Rilevazioni di mercato recentemente effettuate dai principali produttori mondiali di detergenti hanno dimostrato come questi ultimi, nelle formule attuali, non solo prevedano un eccessivo uso di acqua per il lavaggio e il risciacquo, ma contemplino anche un generoso contributo idrico in fase produttiva. Secondo questi studi, la produzione industriale dei detergenti assorbirebbe infatti ogni anno fino a cinque milioni di tonnellate d’acqua; una cifra esorbitante e tuttavia destinata a crescere già entro un paio d’anni del 3% su scala mondiale. In alcune aree le percentuali di crescita saranno peraltro ben più ingenti. Si calcola ad esempio che Cina e India vedranno impennarsi i consumi del 46% nel quinquennio 2015-2020. E si prevede che a fine decennio il 50% del consumo globale di detersivi da lavanderia sarà concentrato in Cina, India, Indonesia, Messico, Sudafrica e Stati Uniti.

Quali idee per il risparmio idrico in albergo?

Questi paesi stanno già lavorando a possibili alternative. Sarebbero infatti al momento in via di sperimentazione detergenti che implicano – sia in fase di produzione che in fase di consumo – un uso decisamente inferiore di acqua. Unilever è uno dei brand che stanno lavorando su questo, sulla scia di una campagna lanciata ormai quasi due anni orsono – la Sustainable Washing Challenge – volta proprio ad immettere sul mercato detersivi a forte potere pulente anche con basse quantità d’acqua. Sulla scorta dei nuovi ritrovati, cambieranno presumibilmente anche i prodotti per la detersione del corpo da lasciare nelle camere. Tedeschi, indiani e russi sono già molto vigili sulla composizione chimica dei beauty gadget, ma è ragionevole pensare che a breve la soglia di attenzione per il tema sarà più alta anche per i clienti in arrivo da altre latitudini. In questo senso qualche novità per il risparmio idrico in albergo si è già vista anche se il mercato ne sta ancora testando l’effettiva efficacia. Spingendosi oltre l’ordinario concetto di detergente, un’azienda statunitense ha addirittura ideato una saponetta d’acciaio per la rimozione degli odori lasciati sull’epidermide da pesce, cipolle e aglio. Secondo gli inventori, gli ioni metallici aiuterebbero ad eliminare dai pori, senza l’uso di sostanze chimiche da smaltire nell’acqua, i componenti responsabili degli sgradevoli effluvi. Al momento si tratta di prodotti in fase sperimentale, ma certamente se questo genere di proposte si rivelerà efficace, sarà un bel salto anche sotto il profilo socio-culturale.

Lo sapevi che…

La storia ci ricorda che l’essere umano utilizza il sapone da quasi 5mila anni, visto che la data a cui risalgono i primi ritrovamenti si attesta intorno al 2800 a. C. L’area era quella babilonese, perché in Europa i primi resti risalgono a mille anni dopo, sulle terre di Galli e Teutoni, che ne trasmisero la conoscenza agli antichi Romani. Un po’ meno utilizzato in epoca medievale, il sapone è poi tornato in auge nel XVII secolo e da allora il suo impiego è andato rapidamente diffondendosi. Per arrivare ai prodotti simili a quelli che oggi usiamo per la detersione della biancheria bisogna però giungere al 1946, quando sul mercato statunitense fece capolino il primo sapone da bucato sintetico, creato in laboratorio per mezzo di speciali combinazioni di tensioattivi di sintesi. Fin qui il passato. Per quanto concerne il futuro, il panorama è al momento solo parzialmente immaginabile, anche se è invece ormai appurata la sensibilità del cliente per le bio e le eco-tematiche, anche (e forse di più) quando cerca in rete o in agenzia una struttura alberghiera o una vacanza. Per gli operatori dell’industria dei viaggi sono segnali da non trascurare, così come non va trascurato di comunicare tempestivamente e diffusamente ogni iniziativa imprenditoriale che segni una svolta green. Tutto ciò, ovviamente, per il bene del pianeta. E, non ultimo, per quello dell’azienda.
Quantità d’acqua contenute nei diversi tipi di detergente da lavanderia


Scritto da Paola Tournour-Viron

Si occupa da oltre vent’anni di giornalismo turistico per il trade, con specializzazione in nuove tendenze e sviluppo dei mercati esteri. E’ curatrice di Studi ed Osservatori di Mercato per il turismo italiano ed estero, nonché redattrice e speaker di corsi multimediali su alcune tra le principali destinazioni turistiche internazionali. E’ stata conduttrice di rubriche radiofoniche sul tema dei viaggi ed è docente a contratto di marketing e comunicazione in corsi per gli istituti superiori a indirizzo turistico e alberghiero. Per Mondadori Education è coautrice dei volumi “Comunicare l’Impresa Turistica” e “Tecniche di Comunicazione”.

Iscriviti  alla
Newsletter

Ti basta inserire la tua email!


Ricevi periodicamente risorse gratuite, articoli di approfondimento, guide pratiche in e-book e il reminder per i nostri eventi live e digitali!

  • Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.

Certificazioni