Quando si parla di visibilità online,
non necessariamente tutto ciò che è gratuito è desiderabile, poiché il mantenimento di una seppur minima presenza sui portali turistici e sul web in generale richiede comunque un quid di tempo e, soprattutto, di attenzione. Senza tralasciare il dettaglio che qualsiasi traccia si metta in Internet è destinata a restarvi, divenendo pressoché indelebile. Vi sono tuttavia casi in cui tale sforzo diventa imprescindibile, e si tratta in buona parte dei portali di destinazione.
Vale sempre la pena di registrarsi a tali piattaforme, poiché offrono una directory più completa, o almeno dal pubblico ritenuta più ufficiale e imparziale, di
Booking.com e delle OTA. Per capirci, si tratta di quello che su scala nazionale è
ItalyHotels.it, il
booking engine istituzionale di Federalberghi, declinato a livello regionale, provinciale o locale in altrettanti, più o meno efficaci, portali di informazione e/o di prenotazione. Cerchi concentrici che andrebbero presidiati nella loro totalità.
Portali turistici a commissione
Esistono vari modelli di business dei portali turistici. Quelli citati poc’anzi sono solitamente offerti in uso gratuito ai propri associati, o costituiscono il corrispettivo del pagamento della tassa di soggiorno, mentre diverso è il caso di quei siti che, con lungimiranza e in tempi non sospetti, si sono accaparrati interessanti
domini territoriali –
Sardegna.com,
Dolomiti.it,
Info.roma.it e tanti altri – all’epoca disponibili e in vendita a cifre irrisorie. I portali turistici più classici, per non dire obsoleti, al fine di poter essere presenti sulla loro pagina con un box di dimensioni variabili, persistono nel chiedere il
pagamento di un canone una tantum, o peggio annuale, altri adottano modelli misti.
C’è chi si lancia con sofisticati “gettoni” acquistabili se si desidera rispondere a una richiesta di prenotazione già pervenuta, come
QuandoVai.it, e chi, come
Miavaldisole.it offre la possibilità di rispondere direttamente e gratuitamente alle e-mail che arrivano, ma solo all’interno del proprio extranet e vietando qualsiasi tipo di contatto diretto tra fornitore del servizio, cioè albergatore, e consumatore finale. Se però l’hotel non acquista i servizi d’inserzione a pagamento del portale, immancabilmente al termine di ogni risposta inviata appare un implacabile grafico che anticipa le probabilità di prenotazione come scarse. Più affidabili, anche se più onerosi, sono invece i
portali turistici dedicati a specifici target di clientela o a club di prodotto, come
ItalyFamilyHotels.it o
Belvita.it, che danno in genere risultati più concreti e misurabili.
Portali meteo
Da non sottovalutare inoltre i
portali meteo, ormai sempre più diffusi e quotati in particolare sul mercato italiano, dove in aggiunta ai banner a pagamento – di cui questi siti vivono -, è possibile essere presenti senza costi semplicemente dotandosi di una
webcam. La videocamera va ovviamente posta in un luogo strategico e significativo per lo scopo che si prefigge, e dev’essere in grado di trasmettere le immagini dell’area in tempo quasi reale. Così facendo sarà possibile chiederne l’inserimento ad esempio su
Meteo.it o
ILmeteo.it, mettendo in bella mostra il logo della struttura ricettiva o i
credits. Oltre a realtà come
3Bmeteo e affini non vanno trascurati i
websites appartenenti a società d’impianti a fune o di porti marittimi, dove il monitoraggio delle condizioni atmosferiche è un’esigenza primaria.
Quali i più efficaci?
Per tornare al punto di partenza, tra tutti i portali turistici sarebbero proprio i siti delle DMO –
Destination Management Organizations – quelli in grado di offrire la
user-experience più ricca di informazioni e di dati utili, integrando tra il resto i comparatori di prezzi, il
booking engine e gli aggregatori di recensioni, senza necessità quindi che l’utente lasci la piattaforma per trovare ciò che sta cercando.
Sul piano internazionale, spartiacque tra la preistoria e l’avanguardia dei
DMO sites è stato in larga parte il portale
VisitCalifornia, rilanciato nella sua versione aggiornata nel gennaio 2015. Pochi cambiamenti ma decisivi: ottimizzazione per il
mobile, foto di alta qualità e a tutto schermo, contenuti originali e scorrimento lungo, che hanno fatto toccare quota 1,5 milioni di visualizzazioni mensili a fronte delle 150.000 dell’anno precedente. Il
crowdsourcing, di matrice appunto californiana, ne è stato uno dei punti chiave; mixando i termini
crowdfunding e
outsourcing indica lo sviluppo collettivo di un progetto, solitamente web, e nel caso in oggetto di una piattaforma turistica online. Un’
intelligenza sociale definibile tale finché un altro singolo, o un’altra collettività, non la smentisce. Se è gratis, tanto vale che anche il singolo albergatore ci provi.