E’ stato presentato ieri alla Sala Stampa della
Camera dei Deputati il mio nuovo libro “
Il marketing territoriale dell’Italia che non ti aspetti“, edito da Franco Angeli. Alla presentazione erano presenti anche Flavia Piccoli Nardelli (presidente della Commissione Cultura), Marco di Maio (membro della Commissione Affari Costituzionali), Lubiano Montaguti (vicesindaco di Forlì), Sonia Pallai (assessore al Turismo di Siena) e Monica Fantini (vicepresidente Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e ideatrice di Terra del Buon Vivere).
Durante l’evento si è parlato di alcuni
casi di marketing territoriale che ho a cuore e che ho riportato nel mio libro, nonché delle strategie innovative che hanno fatto successo nel destination management italiano.
Cosa spinge oggi a parlare di paesaggio culturale, e non più di territorio?
Il paesaggio spesso è la caratteristica che crea le premesse per lo sviluppo del turismo. Con il concetto di
paesaggio culturale mi riferisco a quelle peculiarità geografiche, ambientali e sociali di una destinazione che rappresentano un aspetto di primaria importanza, sia sotto il profilo culturale sia sotto quello economico. Il paesaggio culturale è
veicolo di conoscenza, grazie al quale si è presa coscienza dei rapporti causa-effetto esistenti tra i fattori che compongono il territorio.
Per favorire gli arrivi in una specifica destinazione non deve mai mancare la tutela e la
valorizzazione del patrimonio locale, compresa l’identità culinaria, che oggi è sul podio nella classifica delle considerazioni dei turisti che vengono in Italia. E la mia terra, la Romagna, ne è un esempio calzante.
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Arte e Storia, Verde e Sapori sono il quadrifoglio del turismo della Romagna forlivese – ha dichiarato durante la presentazione Lubiano Montaguti –
il cuore delle terre del buon vivere: i prodotti agricoli, vinicoli, gastronomici, artigianali, storico-culturali, esperienziali, hanno radici profonde che fanno di Forlì un luogo particolare e magico di quell’Italia che non ti aspetti, una destinazione turistica originale e unica. L’ospitalità è l’anima della passione dei romagnoli, che si traduce nell’accoglienza spontanea e autentica per viaggiatori e turisti attivi e fanno di Forlì non solo uno spazio da visitare ma un luogo da vivere”.
Paesaggio significa quindi qualcosa di più del territorio: è la risultante dell’interazione fra uomo e natura, una relazione complessa generata da elementi fortemente eterogenei. E’ un modo diverso di leggere e di guardare il territorio sapendo coglierne tutti gli aspetti, comprendere le dinamiche continue tra agenti di origine antropica e naturale, riuscire ad individuare e valorizzare la cultura che l’ha prodotto.
Per questo, il patrimonio storico-culturale e le peculiarità territoriali sono sempre più al centro dell’attenzione e sono sempre più percepite come una risorsa per rilanciare l’economia del Paese. I beni nazionali, materiali e immateriali, rappresentano il nostro patrimonio storico-artistico e costituiscono la profonda identità dell’Italia.
La parola chiave è “Destination Management”
La vera svolta per fare del nostro Paese una meta altamente competitiva sul mercato è data dall’interpretazione di ogni luogo che lo compone, anche il più piccolo, in una chiave diversa. Quella di
destinazione.
Il
destination management è proprio quell’insieme di attività volte alla gestione dei territori a vocazione turistica. In sostanza, ci può essere successo per una meta solo se la sua offerta combina
3 fattori fondamentali:
- gestione e valorizzazione delle risorse
- equilibrio socio-ambientale
- strategia competitiva

Nel volume “
Il marketing territoriale dell’Italia che non ti aspetti” si cerca di fornire una risposta agli operatori del turismo, accompagnandoli nell’individuazione dei passi da compiere per mettere in campo una
strategia efficace di sviluppo territoriale.
Un confronto davvero produttivo quello di ieri, è stata un’esperienza che non potrà dimenticare. Grazie a tutti quelli che hanno partecipato!