Così come accadrà in molti altri settori del commercio e del consumo, anche nel mondo della ristorazione i supporti tecnologici entreranno pesantemente in campo da qui al 2040. Le
proiezioni per i prossimi due decenni elaborate da
Euromonitor International – il principale Istituto mondiale indipendente
specializzato in ricerche di mercato – sono su questo molto chiare. I segnali sono ormai evidenti e
abbondantemente trattati anche nelle diverse rubriche di Sharing Tourism. Ma nel prossimo futuro non sarà soltanto l’adattamento tecnologico a determinare il successo di un ristorante o di un hotel.
L’ultimo report Euromonitor sulle
nuove tendenze del commercio in
ambito enogastronomico e ristorativo ci dice ad esempio che i ristoranti dovranno dotarsi di
menù modulari e declinabili sulle esigenze di ogni singolo cliente.
Così come i
locali del futuro dovranno avere
doppi accessi e doppie linee di servizio. Per accontentare sia chi avrà ordinato un menù da portare a casa, sia chi vorrà invece consumare in loco, stando seduto a tavola secondo la tradizione.
I nuovi trend di consumo saranno poi determinati da nuove svolte del gusto, degli stili di vita e di viaggio. Alcuni avranno un respiro mondiale, altri invece rimarranno più circoscritti. Ma tutti saranno in ogni caso rilevanti per un settore che, come quello turistico, deve necessariamente interfacciarsi con ospiti provenienti dalle più diverse latitudini.
Qui di seguito alcune tendenze che cambieranno le abitudini di molti – anche di noi italiani – a tavola e che, soprattutto, ben dimostrano come
l’avvicinamento a culture un tempo ‘remote’, possa determinare
mutamenti di gusto degni di nota per ristoratori, bartender e albergatori.
Corea, nuova passione
Il
fascino che la
Corea esercita su molti giovani – anche italiani – che ne studiano usi, musica e cultura, contribuirà a diffondere le abitudini alimentari tipiche del paese asiatico.
Negli itinerari turistici per gli stranieri la
gastronomia locale ha acquisito via via una
visibilità sempre maggiore, ed Euromonitor segnala che il cosiddetto effetto “
K-food” contribuirà a far impennare, nel Paese, gli arrivi turistici, portandoli nel 2023 a quota venti milioni. Tornati a casa, gli italiani potrebbero aspettarsi un incremento dell’
offerta culinaria ispirata alla tradizione coreana, nei ristoranti come in hotel o all’interno di negozi e outlet.
La moda del whisky giapponese
Francia e Portogallo sono al momento i mercati europei dove le
importazioni di whisky giapponese risultano crescere a ritmo sostenuto.
Secondo Euromonitor nel prossimo decennio
aumenteranno annualmente dal 10 al 15%. Lo stesso vale per gli Stati Uniti, mentre in Spagna aumentano tra il 5 e il 10%. Anche queste nuove abitudini del gusto si legano al crescente
interesse per la cultura nipponica. Per questo gli osservatori di mercato sono propensi ad immaginare che nel prossimo futuro il whisky giapponese possa essere richiesto da tedeschi, rumeni, ungheresi, brasiliani e messicani. Ovviamente anche durante una vacanza in Italia.
Yogurt probiotico per il breakfast buffet
Non tutti gli yogurt contengono fermenti lattici vivi e non tutti gli yogurt possono essere definiti probiotici. La Medicina spiega che oltre ad essere vivi, per essere etichettati come probiotici i fermenti lattici devono appartenere a ceppi ben precisi. Per esempio il Lactobacillus Acidophylus, Lactobacillus Casei (tra cui il Lactobacillus Casei Shirota e il DN-114001), il Lactobacillus rhamnosum GG, il Lactobacillus johnsonii La1 (LC1) e altri ancora. Gli studi relativi al consumo di questo specifico alimento avvisano che
gli ospiti dei nostri alberghi ne apprezzeranno la presenza al buffet della colazione. Per completezza va tuttavia aggiunto che secondo Euromonitor questo non sarà valido in assoluto. Lo yogurt probiotico ha infatti perso appeal in area occidentale mentre è invece in netta impennata nei paesi orientali. Nello specifico, la vostra proposta sarà particolarmente apprezzata se i vostri ospiti saranno cinesi o giapponesi, visto che sono questi i mercati che prospettano il maggiore incremento nei consumi.
Hyperlocal food
Nei ristoranti dei due prossimi decenni sarà pressoché unanime l’apprezzamento per le
ricette a base di ingredienti strettamente locali. Per molteplici ragioni: in primis perché danno lavoro al territorio e sono pertanto equi e solidali. Esiste inoltre un indubbio
vantaggio per il palato e per la salute di chi siede a tavola, che in questo modo può assaporare cibi freschi e dal carattere più marcato.
Ne giova infine il pianeta, grazie al taglio dei trasporti e delle conseguenti emissioni di Co2 necessarie per il trasferimento del cibo dalla terra alla tavola.
Il contatto col cliente
Il
Report Commerce 2040 di Euromonitor si conclude con alcune
interessanti ipotesi sul futuro dei punti vendita. Proiezioni che potrebbero in futuro chiamare in causa le agenzie di viaggi e, per estensione, i punti di informazione turistica dislocati sui territori. Questi potrebbero infatti trasformarsi in
spazi che consentano ai clienti di
sperimentare il prodotto in ambientazioni simili a quelle in cui avverrà l’uso effettivo. Per capirci, chi acquisterà un cappotto in piena estate, avrà modo di testarlo in una cabina climatizzata secondo le temperature invernali. Chi acquisterà un paio di scarpe per il running, potrà provarle correndo su un tapis roulant erboso, e via sperimentando.
Agenzie viaggi ed uffici di promozione turistica
potranno dunque
essere dotati di apparecchiature per la simulazione delle esperienze evocate dalle diverse destinazioni: caratteristiche climatiche, suoni, sapori, profumi, sensazioni tattili. Una sfida interessante anche per hotel e ristoranti, che alle consuete forme di promozione potranno sostituire o aggiungere anche questo genere di strumenti comunicativi.
Secondo i curatori dello studio sarà questa una delle possibili soluzioni per consentire ai punti vendita di mantenere una propria funzione, “
cavalcando la crescente curiosità dei consumatori per la sperimentazione e il desiderio di vedere e testare con anticipo esperienze ed emozioni prospettate”.