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Il gadget dell’hotel: a ciascuno il suo


Se il marketing ci ha ormai abituati a una comunicazione circolare, dimostrandoci come prodotti e consigli d’acquisto imposti dall’alto non siano più ben accetti dal cliente, molto meno ci ha invitato a riflettere sul fatto che anche i gadget dell’hotel obbediscono alle medesime regole. Dunque, quando si pensa a un omaggio da lasciare al cliente […]
Se il marketing ci ha ormai abituati a una comunicazione circolare, dimostrandoci come prodotti e consigli d’acquisto imposti dall’alto non siano più ben accetti dal cliente, molto meno ci ha invitato a riflettere sul fatto che anche i gadget dell’hotel obbediscono alle medesime regole. Dunque, quando si pensa a un omaggio da lasciare al cliente – che viaggi per vacanza oppure per business, che partecipi a un evento ludico oppure aziendale – non si deve partire dal presupposto che un dono, in quanto tale, sia sempre bene accetto, in qualsiasi forma lo si presenti e a qualunque ospite. In realtà, per essere funzionale all’obiettivo, è indispensabile che il ricevente non lo percepisca come un mero atto di gentilezza da parte del gestore ma come parte del ricordo del soggiorno e come testimonianza delle attenzioni riservategli.  L’apprezzamento per il gadget non è infatti solo commisurato al valore o all’originalità ma anche alle aspettative, alla personalità e alle necessità (spesso molto pratiche e concrete) del singolo ricevente. Esistono valanghe di consigli sui gadget dell’hotel, che provengono dagli ambiti più diversi e di cui può essere utile prendere nota. Soprattutto al fine di non sprecare energie e risorse economiche per l’acquisto di doni totalmente fuori target.

4 regole per scegliere il giusto gadget dell’hotel

Regola numero unoLa vita del gadget dell’hotel deve andare oltre quella della vacanza. In tempi di amore sviscerato per il food, è bene sapere che i doni di carattere enogastronomico risultano particolarmente graditi. Per far sì che siano durevoli, è però importante che il contenitore possa essere riutilizzato in altra forma una volta esaurito il contenuto, in modo che vacanza e marchio aziendale ritornino di tanto in tanto alla mente. Regola numero due – Se pensate a un gadget per un evento aziendale per manager, ricordate che le personalità con alta propensione alla leadership amano l’hi-tech. Nella quasi totalità dei casi rientrano nella categoria degli early adopter, cioè di coloro che amano adottare per primi le ultimissime novità tecnologiche. Un gadget tech ormai sorpassato sarà dunque totalmente inutile, se non addirittura dannoso. Dunque, se si ha a che fare con questo segmento di clientela, meglio ripiegare su oggetti griffati, ma di altro genere. L’ideale sarebbe un dono utilizzabile già nel corso dell’evento, ad esempio una penna, un notes, una borsa, purché, come si è detto, ascrivibile alla sfera dei generi di lusso. Regola numero tre – Indipendentemente dalla tipologia di ospite – in vacanza o in viaggio di lavoro – il gadget dell’hotel deve essere di qualità: personalizzato o personalizzabile, di buona fattura, meglio se di design e riconducibile a qualche specifica caratteristica del territorio. Regola numero quattro – Se pensate di destinare il vostro dono a clienti che non viaggiano con auto propria ma con mezzi pubblici (bus, treni o aerei), valutatene le dimensioni. Gli oggetti troppo ingombranti oppure non trasportabili in stiva, potrebbero essere abbandonati in camera, perché troppo impegnativi da portare con sé.

Cosa dice l’antropologia

Presa visione delle regole dettate dal marketing, vale la pena prendere nota anche di quelle decretate dalle scienze che studiano la natura dell’uomo viaggiatore. Ne estrapolo alcune, divertenti ma anche illuminanti dal gradevolissimo pamphlet Trofei di Viaggio-Per un’antropologia del souvenir di Duccio Canestrini, antropologo specializzato in materia turistica. Tema dell’opera è appunto il souvenir, ma alcune considerazioni possono essere estendibili al gadget dell’hotel, oggetto-ricordo a tutti gli effetti. Regola numero uno – L’oggetto ricordo è solitamente inteso come un ‘riassunto’ delle attrattive naturali e culturali del territorio. Viene perciò vissuto come testimonianza. Regola numero due – Nel dono entrano in gioco l’estro, l’identità personale e lo status sociale del donatore. Terza e ultima regola fondamentale: ricordare sempre che nel dono rimane qualcosa del donatore. E che, come sottolinea Canestrini, “la generosità denota nobiltà. Mentre la tirchieria immeschinisce”. Il gadget dell'hotel: a ciascuno il suo   Trofei di viaggio Duccio Canestrini Bollati Boringhieri Editore


Scritto da Paola Tournour-Viron

Si occupa da oltre vent’anni di giornalismo turistico per il trade, con specializzazione in nuove tendenze e sviluppo dei mercati esteri. E’ curatrice di Studi ed Osservatori di Mercato per il turismo italiano ed estero, nonché redattrice e speaker di corsi multimediali su alcune tra le principali destinazioni turistiche internazionali. E’ stata conduttrice di rubriche radiofoniche sul tema dei viaggi ed è docente a contratto di marketing e comunicazione in corsi per gli istituti superiori a indirizzo turistico e alberghiero. Per Mondadori Education è coautrice dei volumi “Comunicare l’Impresa Turistica” e “Tecniche di Comunicazione”.

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