Cosa sta succedendo al turismo internazionale? Il settore è in trasformazione, i viaggiatori sono cambiati e l’albergo non è più la sola alternativa di alloggio. In un panorama così favorevole, ad Airbnb sono bastati otto anni per cambiare la rotta del mercato turistico. Il più grande successo partorito dalla Sharing Economy sta attirando su di sé l’attenzione degli albergatori in 200 Paesi, compresa l’Italia, che a […]
Cosa sta succedendo al turismo internazionale? Il settore è in trasformazione, i viaggiatori sono cambiati e l’albergo non è più la sola alternativa di alloggio. In un panorama così favorevole, ad Airbnb sono bastati otto anni per cambiare la rotta del mercato turistico.
Il più grande successo partorito dalla Sharing Economy sta attirando su di sé l’attenzione degli albergatori in 200 Paesi, compresa l’Italia, che a sorpresa si rivela il terzo mercato al mondo per gli affitti di breve durata.
Come nasce Airbnb
L’idea è nata otto anni fa in un appartamento di San Francisco, dove tre studenti con difficoltà economiche hanno deciso di affittare alcuni materassini gonfiabili a 5 dollari l’uno, al solo fine di racimolare qualche dollaro. Oggi Airbnb è diventato un vero e proprio impero: 10 milioni di pernottamenti in un milione e mezzo di case, nessuna delle quali, peraltro, di sua proprietà. A cosa è dovuto questo straordinario successo? Quando si parla di Airbnb, non ci riferisce solo alla sua economicità. Ciò che ha affascinato i turisti di tutto il mondo è la tipologia di esperienza che Airbnb offre, dall’aggregazione di privati che offrono le sistemazioni più svariate, alla condivisione di storie, racconti e consigli di viaggio. Airbnb ha offerto una risposta alle esigenze delle nuove generazioni che desiderano viaggi “esperienziali” a contatto con la gente del posto, con le tradizioni locali, con il territorio e la natura. Chi ospita sa consigliare percorsi, eventi, ristoranti e tutto ciò che di veramente caratteristico offre la destinazione. E spesso lo fa meglio di una guida.Airbnb vs Hotel: è guerra?
Airbnb rappresenta davvero un pericoloso concorrente per gli hotel? La risposta è incerta: a quanto pare alcune tipologie di alberghi (principalmente quelli di grosse dimensioni) non sono affatto spaventati dall’ascesa di Airbnb. Secondo Ian Carter, presidente del settore sviluppo di Hilton Hotels, i siti che offrono affitti non riducono il fatturato degli hotel ma addirittura stimolano la domanda per l’intero settore. Ma non tutti gli albergatori sono d’accordo con le grandi catene; quello che ha fatto infuriare molti di loro non è tanto l’incontro semplificato tra host e ospiti, ma la mancanza di regolamentazioni locali sugli affitti, autorizzazioni e tasse. In America, Francia e Australia (solo per citarne alcune) gli albergatori hanno protestato contro Airbnb, ritenendolo un grave danno per il settore turistico. In gran parte dei casi infatti il portale contiene annunci di sistemazioni “illegali”, che non contribuiscono nè all’occupazione nè tanto meno all’economia e al gettito fiscale del Paese in cui sono ubicate. Insomma, se le grandi catene si difendono, i piccoli alberghi la vivono male. E la colpa, a quanto pare, è di Airbnb e siti analoghi.Come rispondere al fenomeno dilagante di Airbnb
Allora cosa possono fare gli hotel per rimanere competitivi sul mercato e per far sì che i turisti prenotino nelle loro strutture con tutti i comfort annessi e connessi, anziché cercare una stanza su Airbnb? Gli alberghi devono puntare su ciò che manca all’offerta di Airbnb: i servizi. In un certo senso questa è un’occasione imperdibile per le strutture ricettive di concentrarsi su ciò che propongono da sempre, ovvero qualità nel servizio e massima sicurezza per i propri ospiti. Se Airbnb è diventato il calderone degli alloggi intimi ed economici per uno stile di viaggio “a sorpresa”, gli hotel devono posizionarsi sul mercato come l’alternativa migliore in materia di serietà e servizio al cliente. Nessun viaggiatore potrà negare la comodità di arrivare in hotel quando vuole (o quasi), di trovare letto e bagno in ordine, di non dover condividere lo spazio con nessun altro. Per non parlare della possibilità di pranzare o cenare a pochi passi dalla propria stanza, o di disporre di piscine, centri benessere, palestre, bar, sale meeting o spazi di co-working. Se vuoi essere vincente, la chiave è proporre il tuo hotel come un insieme armonico di servizi personalizzabili. In questo senso ogni azione di marketing deve essere intrapresa in modo da rendere il soggiorno quanto più possibile costruito sulla base delle esigenze specifiche del singolo cliente. Richiedi tutte le slide dell’intervento, scrivi a commerciale@gpstudios.it indicando nome, cognome e nome della tua struttura ricettiva.Scritto da Giacomo Pini
Ruolo: Amministratore e Founder – Azienda: gpstudios
Amministratore unico e fondatore di GpStudios, è esperto di Turismo e Ristorazione con oltre venti anni di esperienza sul campo. Consulente per diverse aziende del settore, strutture ricettive, catene alberghiere e holding internazionali, per le quali, con il suo staff, cura lo start up, il marketing strategico, la formazione del personale e più in generale tutta l’attività di lancio e posizionamento commerciale. E’ formatore e autore di diversi testi professionali.
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