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Musei come strumenti di promozione dell’hotel e del territorio


Tira una certa aria di cambiamento per i musei. Un’aria peraltro potenzialmente favorevole per gli hotel situati nei loro paraggi, che avvantaggiandosi del trend potrebbero trovare nuovi argomenti di promozione. Piacciono sempre di più gli spazi espositivi culturali Gli spazi espositivi culturali riguadagnano infatti terreno e favori da parte del pubblico. Secondo uno studio prodotto […]
Tira una certa aria di cambiamento per i musei. Un’aria peraltro potenzialmente favorevole per gli hotel situati nei loro paraggi, che avvantaggiandosi del trend potrebbero trovare nuovi argomenti di promozione.

Piacciono sempre di più gli spazi espositivi culturali

Gli spazi espositivi culturali riguadagnano infatti terreno e favori da parte del pubblico. Secondo uno studio prodotto dall’American Alliance of Museums, alle origini del fenomeno non ci sarebbe però tanto – o solo – una rinvigorita attenzione per la storia, l’arte, le scienze o per qualunque eventuale altra sfera del sapere. Ci sarebbe in realtà qualcosa di più profondo, indotto dalla scarsa fiducia generalmente riposta nell’informazione politica e media. In breve, il moltiplicarsi in rete di fake news e di tuttologi avrebbe reso gli utenti del web più cauti rispetto alle fonti di notizie. Nel breve video riepilogativo dell’analisi viene infatti spiegato come oggi i musei siano ampiamente rivalutati proprio perché percepiti come ‘luoghi dell’autorevolezza’, in cui si ha la certezza di attingere una conoscenza vera, accreditata e circostanziata del tema trattato. Gli utenti stanno insomma iniziando a mostrare qualche riserva rispetto alla validità dell’informazione reperibile su enciclopedie online, siti web e pubblicazioni di alcuni e-editor presenti in rete. Il giudizio non vale ovviamente per tutti i suddetti contenitori. Riguardo peròall’autorevolezza delle fonti non c’è dubbio che i comitati scientifici alle spalle delle istituzioni museali possano offrire maggiori garanzie e pertanto la certezza di un tempo formativo e informativo ben speso.

I musei godono di maggiore credibilità rispetto ad altre fonti di informazione

Restando sul terreno statunitense si nota a questo proposito che se alle notizie diramate dall’Agenzia Federale gli utenti assegnano un coefficiente di attendibilità del 48,2%, e del 66,5% a quelle diffuse dai quotidiani, la credibilità delle informazioni fornite dai musei si attesta invece tra il 77 e il 78% per ogni sfera del sapere, dalle discipline scientifiche declinate nei loro molteplici aspetti – cambiamenti climatici e possibili effetti in primis – all’arte, alla storia. Musei come strumenti di promozione Va inoltre considerato il fatto che molti musei attivano programmi di intrattenimento per bambini e ragazzi, molto apprezzati dai genitori, che in questo modo li affidano a educatori professionisti capaci di suggerire nuove esperienze – scientifiche oppure creative – valide anche sotto il profilo educativo e didattico.

Gli italiani spendono 72 miliardi e mezzo di euro per l’accrescimento culturale

L’aspetto interessante è che la situazione fino a qui descritta non è affatto limitata agli Stati Uniti. Lo dimostra l’ultimo Rapporto Annuale Federculture relativo alla fruizione da parte degli italiani dei diversi strumenti per l’accrescimento culturale. Secondo questo Rapporto la spesa dei connazionali per tale genere di attività ammonterebbe a 72 miliardi e mezzo di euro.Una cifra pari al 6,7% della spesa complessiva delle famiglie. Anche se un poco sotto la soglia della media europea, il dato è significativo. Dimostra, infatti, che rispetto al 2017 c’è stato un incremento del 2,4%. E  che non si è dunque arrestata la ripresa del settore, in corso dal 2013 dopo cinque anni di crisi. Nella rosa dei dati Federculture, quello più utile ai fini di questa nostra specifica analisi riguarda ovviamente i musei, che tra il 2017 e il 2018 hanno visto salire il numero dei visitatori di quasi il 15% nelle sedi statali autonome e di oltre il 10% in quelle statali. I dati sono valutati sulla media nazionale. Ma il Rapporto evidenzia come alcune regioni abbiano riscontrato picchi di incremento ben più alti. Ad esempio la Toscana, a quota +46%, oppure la Campania, a +36%. Come avviene per gli Stati Uniti, anche per l’Italia – e in particolare per i musei con maggiore autonomia gestionale – risulta vincente l’ideazione di un programma di attività che coinvolgono il pubblico e lo invitano a partecipare ad eventi sempre nuovi, capaci di evidenziare in maniera originale e innovativa le caratteristiche peculiari delle collezioni.

Il museo? può essere uno strumento di promozione fondamentale per gli hotel

Anche in questo caso per l’hotel che si trova nei paraggi è utile tenere un filo diretto. In che modo? Per esempio aggiornandosi sulle attività per il pubblico adulto e per le famiglie con bambini e ragazzi. Oppure fornendo informazioni sui laboratori di creatività, ma anche sulle sperimentazioni con realtà virtuale e iper-realtà, oppure in 3D o altri mezzi di sollecitazione polisensoriale. Musei come strumento di promozione per hotel -Monteverdi Tuscany Hotel e musei possono e devono insomma lavorare a braccetto, ciascuno perseguendo le proprie finalità. Da un lato, assecondare le nuove richieste degli ospiti e dall’altro incrementare il numero dei visitatori. L’estrema simbiosi si verifica nei casi in cui le imprese del ricettivo siano esse stesse dirette custodi dei luoghi dell’arte e della storia. Un recente esempio italiano è Monteverdi Tuscany, albergo diffuso realizzato attraverso il recupero di un intero borgo. I proprietari si sono preoccupati di salvaguardare anche l’antica chiesetta trasformandola in luogo per concerti di musica lirica di altissimo livello.   Ad Antiochia, in Turchia, ha invece aperto il Museum Hotel Antakya, custode di uno fra i più estesi mosaici a pavimento conservati al mondo e di un antico stabilimento termale romano. Il sito archeologico è incorporato nella struttura alberghiera, che va orgogliosa di questo capitale recuperato grazie all’intervento di ben 35 archeologi. Naturalmente i casi citati non sono gli unici a vantare questo privilegio, ma solo alcuni fra i più recenti. Non si tratta tuttavia di storie molto diffuse anche perché molto particolari. Chi dunque non avesse questa opportunità può ricorrere a una co-promozione con i musei del territorio. L’attenzione da parte del pubblico cresce, e sarebbe un peccato non approfittarne.


Scritto da Paola Tournour-Viron

Si occupa da oltre vent’anni di giornalismo turistico per il trade, con specializzazione in nuove tendenze e sviluppo dei mercati esteri. E’ curatrice di Studi ed Osservatori di Mercato per il turismo italiano ed estero, nonché redattrice e speaker di corsi multimediali su alcune tra le principali destinazioni turistiche internazionali. E’ stata conduttrice di rubriche radiofoniche sul tema dei viaggi ed è docente a contratto di marketing e comunicazione in corsi per gli istituti superiori a indirizzo turistico e alberghiero. Per Mondadori Education è coautrice dei volumi “Comunicare l’Impresa Turistica” e “Tecniche di Comunicazione”.

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