Si sono susseguiti nel tempo diversi tentativi nel mondo dell’ospitalità e dell’accoglienza per automatizzare e “robotizzare” ogni elemento della gestione operativa, per provare a eliminare qualsiasi tipo di rapporto e supporto umano tra cliente e impresa.

Basti pensare ai numerosi format attivi in tutto il mondo dove l’interazione è totalmente uomo-macchina, con il cliente che si serve da solo scegliendo la propria colazione da un distributore automatico, come nel Touch 24 Café nella Corea del Sud. O ancora, ristoranti con menu interattivi che spostano la figura del personale di sala a tecnici informatici che girano fra i tavoli controllando che tutti i dispositivi funzionino al meglio e portando poi i piatti – sempre che anche per quest’azione non vengano sostituiti da un cameriere-robot, come accade al Sushi Sun Magliana di Roma.

Ma a cosa porta tutto questo? È vero, così facendo i costi che andrebbero sostenuti per il personale vengono ridotti, ma a che pro? Se la ristorazione è tutto un insieme di relazioni umane, di contatto e comunicazione, come è possibile avere lo stesso risultato con la sostituzione delle principali figure professionali coinvolte nel settore?

Forse, piuttosto che pensare a stravolgere la ristorazione per come la conosciamo e per come desideriamo invece preservarne la natura, sarebbe meglio imparare a gestire le risorse umane – perché di risorse si tratta, non di un peso; di investimento e non di mero costo – in maniera strategica. Trasformando così il personale del proprio locale in un vero e proprio dream team.

Leggi di più nell’articolo dedicato al tema del personale nei locali di ristorazione sul numero di Agosto 2022 di Linea Diretta dal titolo “Robot versus Sapiens. Sfida da fantascienza”.