Stessa spiaggia, stesso mare. Causa la crisi deflagrata nel 2009, il noto
refrain musicale potrebbe essere ripescato come colonna sonora del turismo 2015.
Secondo le ultime rilevazioni GfK, infatti, i nostri connazionali tornerebbero nel 69% dei casi a concentrare i propri viaggi nei mesi estivi di luglio e agosto, prediligendo l’Italia.
Il Bel Paese è infatti in testa alle destinazioni favorite, a quota 21%, tallonato da Europa continentale ed Europa Mediterranea intese come aree aggregative, ma da nessuno stato singolo in particolare.
Nel complesso, insomma, si tornerebbe a considerare la possibilità di restare vicino a casa. Preferibilmente, sempre secondo i sondaggi, su qualche spiaggia nostrana.
I fattori che influenzano il turismo 2015
Tutto questo non accade ovviamente per caso.
A influenzare il trend sono intervenuti dal 2008 ad oggi diversi fattori. Anzitutto la crisi finanziaria ed economica preceduta dalle vicende Lehman Brothers, poi gli eventi politici – Primavera araba, cattura e morte di Bin Laden e Gheddafi , crisi Ukraina, scontri sociali in Grecia, attacchi terroristici – infine gli eventi naturali – alluvioni, terremoti, eruzioni vulcaniche –.
Accadimenti che hanno creato un clima di fiducia altalenante nel viaggiatore, come dimostrano le rilevazioni dell’
Istituto Piepoli, secondo le quali l’indice sarebbe ora in rimonta grazie ai positivi segnali economici giunti dai mercati internazionali.
L’identikit del turista italiano
Le proiezioni dell’Istituto forniscono anche un
utile identikit dell’italiano in viaggio nel nostro Paese per il turismo 2015:
- Viaggia in coppia nel 50% dei casi,
- Con la famiglia: 30%,
- Con gli amici: 22%
- Da solo: 8%
E lo fa per:
- Riposarsi nel 48% dei casi
- Divertirsi: 35%
- Prendersi cura dello spirito/della mente: 9%
- Prendersi cura del suo corpo: 5%
- Prendersi cura degli altri: 3%

Per quanti si stiano predisponendo a catturare le diverse nicchie con promozioni e pubblicità, è tuttavia utile sottolineare che
non tutti gli intervistati parrebbero intenzionati a partire davvero. Solo il 18% si dichiarerebbe infatti disposto a viaggiare ‘ad ogni costo’. Il 33% degli intervistati, influenzato nelle decisioni da avvenimenti negativi contingenti, sostiene invece di non reputare la vacanza una priorità. Mentre il 49% promette che partirà ‘solo se può’.
“Quest’ultimo è il cluster che rappresenta la maggior parte degli italiani”, avvisano i curatori dello studio, specificando che si tratta di persone in realtà desiderose di viaggiare di più, a patto di avere disponibilità economiche certe.
L’andamento dell’economia generale sarebbe infatti il fattore che più influenza i comportamenti del turismo 2015, il che significa che l’entità della spesa da affrontare per la vacanza, insieme al conseguente rapporto con la qualità della stessa, rimane un elemento fortemente impattante nel processo di acquisto.
Così impattante da imporre, alle porte di una nuova stagione,
una serie di approfondite valutazioni su elasticità e contestualizzazione del pricing, almeno per le aziende che puntano all’ampia fascia di utenza media. Ancora indecisa e per questo in attesa di proposte convincenti per il turismo 2015.