Per alcuni brand un’appropriata informazione ed educazione sulla provenienza degli ingredienti è solo una delle tante nuove tendenze per guadagnarsi la fiducia dei clienti, ma agli occhi del consumatore moderno è ormai una necessità.
Il trend è iniziato anni fa con documentari come
Supersize Me, dove la qualità dei fast food veniva messa in discussione globalmente a causa degli pessimi ingredienti utilizzati dalle grandi catene. Da allora il consumatore ha iniziato non solo a interessarsi a quale modello di telefono avesse in tasca o a che tipo di tessuto fosse a contatto con la sua pelle: la
provenienza degli ingredienti utilizzati nel cibo che poi finiva nel suo corpo era diventata di grandissima importanza.
Da allora movimenti come Slow Food, che esaltano il cibo “buono, pulito e giusto”, hanno iniziato a farsi largo sottolineando come
un’informazione chiara e precisa non fosse solo importante, ma anche
essenziale per guadagnarsi la fiducia dei clienti.
Purtroppo però, come in tutte le cose, si è arrivati ad avere brand che cavalcano l’onda della tendenza, senza avere le capacità di farlo – portando quindi il consumatore a sentirsi ingannato. Come fare quindi a fornire le informazioni necessarie, senza cadere nel marketing più banale, ma allo stesso tempo guadagnandosi la fiducia dell’utente? Ecco come lo fanno negli USA.
5 modi per guadagnarsi la fiducia dei clienti
- Quando l’abito fa il monaco: il PACKAGING
Ormai il packaging è il canale più ovvio per informare il consumatore sugli ingredienti presenti nel prodotto. Eppure, c’è ancora molto da imparare, soprattutto dai piccoli produttori statunitensi, che utilizzano
il packaging come il proprio biglietto da visita e lo spazio in cui è possibile raccontare la propria storia, dall’inizio alla fine. A volte, addirittura, sembra scritta a mano.
- Lì dove più te lo aspetti: INSTORE
Quale posto migliore per informare il cliente sulla provenienza dei prodotti e sui metodi di lavorazione se non direttamente sul menù e con dei cartelli appositi nel ristorante? Così fa
Exki, nuova catena di alimentari newyorchese che ha disegnato una mappa dello stato di NY nel suo negozio, dove quotidianamente vengono aggiunti gli ingredienti dei piatti del giorno e la loro provenienza.
- Quando si fa Coccodè: BLOG E RIVISTE ONLINE
“
Il marketing l’ha inventato la gallina” direbbe Oscar Farinetti. “
Quando per prima ha fatto l’uovo, e l’ha annunciato al mondo con il suo Coccodè”. Prima tra tutti,
Eataly USA ha utilizzato i suoi
negozi come grandi punti di informazione per guadagnarsi la fiducia dei clienti. E ora l’azienda si sta cimentando con l’educazione online, attraverso un magazine digitale che intervista produttori americani e italiani, racconta prodotti ai due lati dell’oceano e, in generale, fa Coccodè.
- La celebrazione dei contadini: L’INVITO A CONOSCERLI
WholeFoods è stato uno tra i primi supermercati a invitare i propri produttori a fare
sampling, proporre assaggi e
raccontarne storia e metodo di produzione all’interno del negozio. Mettere
a diretto contatto venditore e consumatore non deve far paura: le storie degli ingredienti vanno raccontate con lo
storytelling, che giova alla trasparenza e quindi all’immagine di brand.
- Insegnami, e mi sentirò partecipe: LE SCUOLE DEL CIBO
Non c’è metodo migliore di
sentire con mano per insegnare un concetto e imprimerlo nella mente del consumatore. Così fa
Bread Bakery, ad esempio, che punta a guadagnarsi la fiducia dei clienti insegnando loro a fare il pane nello stesso modo in cui lo fanno nella panetteria: con ingredienti sani, genuini e scelti appositamente. Svelando la tecnica e “l’ingrediente segreto” (che in realtà non esiste) si entra
dritti al cuore del consumatore, creando un rapporto fiduciario inscindibile.