La tecnologia può essere sfruttata dagli alberghi per gestire l’attività in modo più rapido ed efficiente. Ma consente anche di proporre servizi acchiappa-clienti.
«È il sapone più bello che ruberai in un albergo. Goditelo» è scritto sull’involucro delle saponette in dotazione negli alberghi
Chic & Basic di Amsterdam e Barcellona. Ma se il Beverly Hills Hotel ha tentato di porre un freno ai furti degli ombrelli a disposizione degli ospiti
proponendoli in vendita a 52 euro, altri hanno pensato a porre un freno a un fenomeno diffusissimo come quello dei “souvenir non autorizzati” facendo
ricorso alla tecnologia.
E così sono circa 2.000 gli alberghi in cui la
biancheria è tracciata dai chip proposti dall’americana
Linen Tracker Technology, che monitora asciugamani e accappatoi grazie alla tecnologia Rfid (cioè identificazione a radio frequenza). Grazie ad antenne allestite agli ingressi, è possibile individuare ciò che i clienti “dimenticano” in valigia mediante gli impulsi dei chip inseriti nelle etichette. Di più: gli inservienti
perdono meno tempo nel fare l’inventario, perché i sensori tracciano la quantità di articoli presenti e
forniscono anche indicazioni come il tempo di utilizzo e il numero di lavaggi già effettuati.
Gli
usi della tecnologia nel settore turistico però non si limitano alla gestione dell’attività: anche il marketing può fare leva sulla diffusione di smartphone e nuovi sistemi per proporre servizi che attraggono il pubblico.
Per esempio nella catena
Park Hyatt Hotels è possibile
leggere oltre 2.000 tra giornali e riviste collegandosi al wi-fi offerto e scaricando la app
PressReader. Alla filiale di Tokyo poi viene
noleggiato un router tascabile che i clienti possono portare con sé per essere sempre connessi anche al di fuori delle mura dell’albergo.
A Las Vegas invece nell’
Mgm Grand Hotel le camere della linea “Stay Well” (cioè “star bene”) sono arredate con
sveglie che emettono una luce graduale per simulare l’alba ed evitare bruschi risvegli e adottano una
procedura antimicrobica a luce ultravioletta per telecomandi ed altre superfici molto esposte. Inoltre i
diffusori delle docce arricchiscono l’acqua con vitamina C.
Nel
Virgin Hotels di Chicago – primo di un marchio che prevede espansione a New York, Dallas, New Orleans e Nashville – gli ospiti
personalizzano i prodotti del minibar, decidono la temperatura della stanza e chattano con altri clienti mediante la app aziendale. Che fornisce anche informazioni su eventi e punti di attrazione locali. Per sfruttare la tecnologia nel settore turistico,
Marriott Hotel ha invece creato un’applicazione che invia
messaggi di avviso quando la camera è pronta.
E ancora, nel giapponese
Henn-na Hotel è stata adottata la
tecnologia del riconoscimento facciale per l’ingresso in camera e il ricorso a robot per sostituire la maggior parte dello staff di servizio.
E in Italia? La proposta di
wi-fi gratuito è purtroppo ancora limitata ai pochi esercenti che hanno capito quanto un collegamento Internet gratis conquisti i giovani che si connettono ai social network, i professionisti che per lavoro inviano e-mail e i turisti che telefonano via Skype.
Ci sono però anche casi come quello di
Ham Holy Burger, hamburgheria attiva a Milano, Roma e Genova, che non solo consegna al cliente
un tablet per effettuare l’ordinazione ma
ne consente l’uso anche per tutta la permanenza nel locale. Grazie alla app aziendale poi è possibile
ordinare in anticipo, e attendere così il minimo indispensabile all’arrivo.
Un occhio di riguardo alla tecnologia è presente anche nei punti vendita della toasteria in franchising
CapaToast, dove, oltre al collegamento wi-fi gratuito, è possibile
ricaricare la batteria di smartphone e tablet grazie ai cavi allestiti nei locali. Attenzione, però: la fantasia utilizzabile per sfruttare le nuove tecnologie non ha limiti. Proprio come la tecnologia stessa.